Gentile Mariella Alberini,
Le scrivo da un piccolo paese piemontese della
provincia di Cuneo. Qui vivo con mia moglie ed i nostri tre pargoli e svolgo la professione di Geometra. In questa
occasione vorrei definirmi come un “italiano che spererebbe di essere
rappresentato nel proprio Paese” ma, come purtroppo devo con rammarico
confessare, non riesco ad “orientarmi” nell’attuale scenario politico (e forse
sociale ed economico..); sono convinto di non essere il solo ad essere in
questo limbo e Le scrivo la presente dopo aver letto un Suo articolo di Venerdì
22 febbraio 2013, intitolato
"Poeti, naviganti, sognatori, creduloni e… bugiardi". Sono stato
colpito da quanto scrive per la schiettezza e la decisione con cui Lei è
riuscita in poche parole a descrivere una situazione deplorevole! Forse, l’incertezza totale nella quale mi trovo a
confrontarmi, mi ha spinto a scriverLe. Trovo
allarmante che una moltitudine di persone che possono aver letto il Suo
articolo non si scompongano davanti a tanta vergogna ormai entrata negli usi e
costumi degli Italiani! Questa una delle profonde radici che ci impediscono di
ribellarci a tanto sopruso: l’assuefazione che ci ha poco alla volta sottoposti
e ci siamo abituati a sopportare per pigrizia, noncuranza, comodità,
irresponsabilità, scarso sentimento di patria e impegno collettivo. Non mi sono
mai avvicinato alla politica, l’ho sempre rifiutata perché non volevo accettare
la situazione in cui da anni ci troviamo: forse sbagliavo peccando di omertà.
Forse dovrebbero esserci tante persone con il coraggio di cercare di cambiare
la situazione, invece di limitarsi a non accettarla. Secondo Lei ci sono oggi
persone e/o gruppi di persone con la capacità di concretizzare una seria
politica socio-economica? Dalla Sua esperienza sono maturati orientamenti che
potrebbero essere suggeriti o condivisi? Provo molta considerazione nei Suoi
riguardi, per cui gradirei leggere un prosieguo al Suo articolo, magari con
qualche Sua riflessione di rimedio, più che di denuncia. Termino con la
speranza di aver cercato di esprimere il mio disagio nei confronti della
costruzione del nostro futuro e soprattutto di quello dei nostri figli… Cara Mariella,
hanno vinto tutti. Due dati per capirci: Camera dei
deputati: 11.600.000 astenuti, 1.250.000 le schede bianche o nulle per un
totale di 12.850.000 voti persi. Senato: 10.500.000 astenuti, 1.150.000 le
schede bianche o nulle per un totale 11.650.000 voti persi. Il primo partito è
quello dell'astensione e non ho sentito una parola in merito. Politica e
giornalismo collusi? Senza alcun dubbio. Adesso il paese è ingovernabile a meno
di pastrocchi che durerebbero un battito di ciglia, gli astenuti avrebbero
potuto essere il doppio e loro non avrebbero fatto comunque una piega. Ed è
iniziato il solito balletto delle alleanze, il tira e molla che con il bene del
Paese nulla ha a che vedere. Chi sarà il Presidente del Senato? E quello della Camera?
E quello della Repubblica? Chi avrà il diritto di andare per primo al cesso? “Noi
abbiamo detto, noi abbiamo fatto, analizzeremo il voto a risultati acquisiti,
mancano ancora i voti di Seborga, non si sa mai, certo è che gli elettori hanno
chiesto con forza un cambiamento, “purtroppo Fini, Di Pietro ed Ingroia sono
stati trombati”, e poi c'è il semestre bianco, e poi il presidente Napolitano
potrebbe andare in dissenteria...etc...etc...etc” Questi i commenti più
gettonati. A parte il fatto che per fare
un'analisi bisogna avere un cervello, è mai possibile che noi si debba
sopportare questi bastardi che hanno fatto del cortile della politica il teatro
delle più sconce nefandezze? Hanno vinto tutti loro e ci uniremmo alla festa se
non fosse che abbiamo perso tutti noi. Che fare a questo punto se non pestarli
a sangue?
lettere firmate, ricevute via e-mail
Carissimi
amici,
non hanno
vinto “loro”. Ha vinto la PROTESTA del POPOLO ITALIANO con i voti M5S e una valanga di astensioni non messe in
risalto dai media. Insieme formano una maggioranza assoluta. E’ paradossale si
parli di democrazia quando si pretende di governare con un misero 30%. E’
vergognoso che, in un’emergenza di questo genere, il Presidente della
Repubblica non provveda subito a togliere iter burocratici che rimandano la
formazione di un governo fra un mese. Papa Ratzinger, in un batter di ciglia,
ha scavalcato regole millenarie e accorciato i tempi del Conclave. Possibile
che Napolitano non ponga rimedio allo stallo disastroso di questa attesa? In
realtà si sta già perdendo tempo prezioso. Questi “statisti” incapaci di prevedere scenari diversi e quindi di preparare soluzioni adatte e immediate che cosa ci stanno a fare? Di sicuro non sono statisti. Intanto tutti meditano e ritengono giusto prendere un’immeritata pausa di riflessione mentre il debito pubblico continua a salire.
Auspichiamo che la promessa di Grillo di mantenere la decurtazione dell’indennità parlamentare si estenda a tutti i livelli: Camera, Senato, Province, Regioni, Comuni, Enti statali, alte cariche dell’industria di Stato, strapensioni di platino (vedi Amato, Dini, Prodi, ecc.). Finora Grillo ha dimostrato che la politica si può fare senza spese a carico dello Stato.
E’ inconcepibile che il lavoratore senza i soldi per la bolletta del gas assista impotente allo sconcio degli stipendi miliardari mai meritati di certi Grand Commis, collusi con il potere politico.
MUOVERSI deve essere l’imperativa parola d’ordine. E ci aspettiamo che, proprio questo risultato elettorale, convinca gli attori in lizza a porre efficace rimedio all’Italia funestata e derisa. Ci aspettiamo che, tramite immediati tagli a tutta la sovrastruttura statale esistente e parassitaria, si ponga l’impresa privata in condizioni di rimettersi subito in moto per creare lavoro e quindi ricchezza. Come dicono a Milano: “dai ndem a lauraa”.
m.alberini@iol.it