cover blog M Alberini

lunedì 29 dicembre 2014

VISTO DA LEI - "Bisognerebbe resuscitare Ataturk"

Cara Mariella Alberini,
negli Usa i neri ricominciano ad ammazzare i bianchi. Risultato di un’integrazione mai avvenuta davvero. Invece in Italia la nuova Legge di stabilità destabilizza la gente perbene, quella che paga le tasse. Mi rendo conto che stiamo lamentandoci sempre su soliti toni da reietti ma, quel “duro Natale di stampo sovietico”, lo paghiamo soltanto noi poveri gonzi…

Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro lettore,
noi tutti vorremmo ribellarci e svegliarci una mattina dopo aver annientato tutta la risma di gentaglia pseudo politica che ci ammorba. La nostra situazione avrebbe bisogno forse non più di un de Gaulle o di una Tatcher, ma addirittura di quel magnifico   uomo che cambiò il suo nome da Mustafà Kemal a Mustafà Kemal Ataturk, padre della moderna Turchia. Nonostante di questi tempi la “sua” Turchia, oggi di Erdogan, sia diventata più islamica di quella che, a suo tempo, lui eliminò. 
Le riforme indispensabili agli Italiani di oggi, Ataturk le realizzò in pochissimi anni e fece passare la Turchia dei sultani ad una Turchia laica e  autonoma.      
Brillante Generale durante il primo conflitto mondiale, fu promotore della Grande Assemblea Nazionale di Ankara (1920). Sconfiggendo i Greci (1919-22) e l'esercito del Califfo, ristabilì l'unità e l'indipendenza della Turchia, quindi depose il sultano Maometto VI (1922), fondò la Repubblica (1923) e diede vita a una serie di riforme fondamentali dell'ordinamento della nazione, sulla base di un'ideologia di chiaro stampo occidentalista, nazionalista e avversa al clero musulmano, che da lui prese il nome di kemalismo. Abolì il califfato e pose le organizzazioni religiose sotto il controllo statale, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale, la domenica come giorno festivo, proibì l'uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita solo negli anni 2000, dal partito islamico al governo), adottò l'alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l'uso del Fez e del turbante, troppo legati al passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari. Egli stesso prese a vestire in abiti occidentali, ma mantenne temporaneamente l'Islam come religione di Stato, per non turbare eccessivamente i turchi più religiosi.
E allora? Allora oggi noi in Italia non siamo in grado di   eliminare neppure i califfi  della truffa organizzata in seno alle Istituzioni. Cosa vuole caro amico: c’è poco da festeggiare e molto da “rottamare”. Bisogna ammettere che Ataturk poteva ricorrere ai rimedi estremi del Potere, da sempre rispettati sotto tutte le bandiere. 
Noi no.

Felice 2015 a chi sarà in grado di ribellarsi.
                         
m.alberini@iol.it






lunedì 22 dicembre 2014

VISTO DA LEI - "Un duro Natale di stampo sovietico"

Carissima Mariella,
in relazione all'argomento corruzione, mi aveva sorpreso il fatto che il nostro beneamato Napolitano non fosse ancora intervenuto.
Invece eccolo sul suo pulpito personale arringare “gli accolti in piedi al principe d'intorno, nella gran possa della sua persona torreggia in mezzo al parlamento (G.Carducci).” Signori politici, mi sono accorto che siete un branco di corrotti, auspico che vi rimettiate al più presto sulla retta via, in caso contrario sarò costretto a sgridarvi con un tono di voce più perentorio.
Ma ci rendiamo conto che questo signore, per l'ennesima volta, ha parlato come avrebbe potuto fare un abitante di Alfa Centauri?
Avrei potuto scomodare Marte, poi ho pensato al marziano....troppo vicino e troppo poco allocco per non sapere come funziona il giro del fumo qui da noi.
Ma guarda un po', lo sanno anche i sordi che noi siamo la nazione più schifosamente corrotta dell'universo conosciuto e lui, da settant'anni in politica, non se n'è mai accorto.
Caro presidente se è così, dia queste benedette dimissioni e si decida a fare il nonno. Se così non è, tragga da se le logiche conclusioni.
Buon Natale presidente, lei il panettone se lo può ancora permettere, altri manco quello. Ultimo consiglio: per il discorso di fine anno si dia per ammalato, tanto la pezza giustificativa del medico di famiglia a lei non serve.

Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Gentile amico,
non si era mai visto in un Paese democratico un Capo di Stato, di pura estrazione comunista, imporre, in nome della democrazia, tre governi consecutivi uno peggio dell’altro. Il risultato è stato: maggior caos, aumento sconsiderato del debito pubblico, pioggia di tasse inique.
Se è questo il modo di combattere la corruzione in cui stiamo affogando, l’obiettivo è stato raggiunto.
Dai tempi di Tangentopoli, la corruzione in Italia è dilagata in mille rivoli realizzati in modo scientifico a tavolino. Complici di tutto questo leggi e leggine, inserite di straforo nelle varie Finanziarie oggi chiamate Legge di stabilità.
Il giovane Renzi se ne è accorto e parla della necessità di una sforbiciatina. Ma sforbiciare non serve. E’ il testo originario che deve essere chiaro e inderogabile.
La settimana natalizia ha visto affluire nelle grandi città italiane masse di ex consumatori davanti alle rutilanti vetrine senza la possibilità di potervi entrare a comprare.
Il paradosso è che i clienti accolti nei nostri eleganti negozi appartengono all’ex mondo comunista russo e cinese in grado oggi di competere nella spesa con i più “biechi” capitalisti occidentali.
L’unica differenza tra noi e  l’ex massa sovietica consiste nel fatto che “loro” non erano massacrati da tasse e bollette da capogiro. Anzi avevano luce e gas gratuiti.
A questo punto il Presidente Napolitano deve constatare il fallimento di questa politica dissennata dove non si è riuscito nemmeno a prevedere il trapasso indolore del personale delle Province che, non potendo essere licenziato, continuerà a pesare sul bilancio dello Stato  senza una contropartita di utilizzo. “Dimenticanze” già affiorate nella contrastata legge Fornero creatrice del problema degli esodati.
Buon Natale agli onesti e al Governo, ma senza le sue “cupole” romane.
            
m.alberini@iol.it


lunedì 15 dicembre 2014

VISTO DA LEI - ""Assassinii sulle strade"

Cara Mariella,
ieri, a quasi un anno dalla perdita della mia bambina, ho consegnato le oltre 108mila firme raccolte per l'introduzione del reato di omicidio stradale al Vice Ministro dei Trasporti. Unisciti a me, dobbiamo essere ancora di più. 
L'uomo drogato, alcolizzato e senza patente che con una macchina rubata uccise mia figlia, dopo appena sei mesi di carcere è agli arresti domiciliari.
Il 26 dicembre dello scorso anno, io e la mia famiglia fummo vittime di un terribile incidente sulla via Nettunense, nel tratto che attraversa il Comune di Aprilia. Con un sorpasso azzardato un uomo invadeva la corsia opposta centrando in pieno la Fiat Panda dove ci trovavamo. Stella Manzi, la mia bambina, è morta pochi giorni dopo e aveva otto anni. Una giurisprudenza più completa è necessaria: nel caso di incidenti mortali, con i colpevoli poi risultati ubriachi o drogati per i parametri dei test, non esiste un solo caso in Italia in cui l'accusa di omicidio volontario sia rimasta in piedi. Nel caso di omicidio colposo le pene sono lievissime. Ieri, a quasi un anno dalla perdita della mia bambina, ho consegnato le oltre 108mila firme raccolte per l'introduzione del reato di omicidio stradale al Vice Ministro dei Trasporti. Il Vice Ministro Nencini mi ha detto: “Io sono con lei e non mollo il pezzo; sono fiducioso sul fatto che entro un anno l'iter legislativo andrà in porto. C’è buona convergenza su questo. A tutt’oggi ci sono 3700 morti l’anno per incidenti stradali, ma cresce la percentuale degli incidenti causati da chi è sotto l'effetto di droga e alcool. Oggi la media della condanna per questi reati è di due anni e 4 mesi e questo è inaccettabile".
Unisciti a me e ad altre 108mila persone: chiedi che venga al più presto introdotto il reato di omicidio stradale. Non si devono più verificare morti assurde come quella di mia figlia Stella.

Giannina Calissano via Change.org

Carissima Giannina,
pubblichiamo la sua lettera poiché troppi sono i massacri stradali compiuti da incoscienti delinquenziali in preda ad alcool o droghe. Immaginiamo il suo strazio di madre che grida vendetta o chiede almeno giustizia. Poiché proprio la Giustizia deve a questo punto tener conto che comunque si tratta di omicidio. Questi reati dovrebbero essere condannati come pene previste per l’omicidio volontario: ergastolo o trent’anni. Speriamo che la nostra rubrica incrementi la raccolta di firme in atto. Ci risulta che proprio in questi giorni il Premier Renzi abbia proposto la configurazione di reato per omicidio stradale con pene molto pesanti. Però non dimentichiamo che in Italia circolano quattro milioni di veicoli senza assicurazione. E, a piede libero, delinquenti incalliti come Buzzi o altri agli “arresti domiciliari fasulli” come per la Franzoni, la quale di carcere ne ha fatto pochissimo dopo un delitto tanto mostruoso. I casi di delitti efferati impuniti e di assassini in libertà totale dopo si e no dieci anni  non si contano. Ci risulta solo in Italia questo tipo di blanda Giustizia nei confronti di certi tipi di  omicidio e non solo. Poichè anche nel campo dei reati finanziari personaggi politici di spicco hanno subito condanne risibili. E li ritroviamo alla ribalta recidivi con nuovi scaldali e nuovi reati. Ma tornando al suo caso straziante di madre colpita nell’affetto più sacro:  è così disumano e contro le leggi della vita vedere morire una figlia bambina  per colpa di un delinquente privo di qualunque attenuante.
Sempre a proposito di furfanti eccellenti, ameremmo configurare uno scenario in cui i cittadini tutti si rifiutassero di pagare le tasse contro la corruzione dei politici e per tentare di cambiare in toto questo misero scenario italiano. Al tracollo economico dello Stato seguirebbe senz’altro un fuggi-fuggi dalla politica di coloro i quali non avrebbero più il miraggio di pascersi del denaro pubblico: motivazione unica di chi fa politica.
Certo sarebbe una catastrofe, ma forse una salutare sterzata.

m.alberini@iol.it

 

 

 

 

 

lunedì 8 dicembre 2014

VISTO DA LEI - “Non è un Paese per gli onesti”

Cara Mariella,
sono 37 gli indagati nell'ambito dello scandalo romano che sta occupando gli spazi dell'informazione da giorni. Siamo sconcertati ! E' il più ridicolo tra i commenti  comuni. Quanta ipocrisia! Noi sappiamo benissimo che i corrotti e i loro corruttori non sono 37,....saranno 370mila,....o 3milioni e 700mila. Il problema sta nel fatto che il popolo degli onesti ci si è abituato e ci convive considerando la "cosa",... ineluttabile! Parliamoci chiaro: la kasta, e per kasta intendo quel gruppo di persone che gestiscono la res pubblica con un briciolo di potere, non permetterà mai ad un onesto di entrare nel loro gruppo: il gruppo degli appestati. Sì, appestati !.... Di quella peste nera che lascia intatte le apparenze esterne ma fa marcire dentro. Non la si vede, ma se ne sente il tanfo dovunque, e il tanfo proviene da "TUTTE" le direzioni. Non ci sono onesti tra di loro, ci fossero, sarebbe come far convivere un branco di cani con una colonia di gatti. Se si vuole stare con loro, si DEVE essere come loro, e la peste nera si propaga a macchia d'olio, rapidissima, letale. Ma l'italiano ci è ormai abituato e, invece di preparare le ghigliottine, ridacchia sotto i baffi al pensiero di: "è così dappertutto, ci fossimo anche noi al loro posto...".
Eh no, signori italiani, se ci decidessimo a erigere le ghigliottine, penso che la maggior parte degli appestati guarirebbe di colpo, e non ditemi che il loro posto verrebbe preso da chi le ha erette, perché quella stessa lama, varrebbe anche per loro, pronta, a perpetuo monito per tutti quelli che dovessero tornare a sgarrare.
Che succederà ai 37? Nulla, assolutamente nulla…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Carissimo,
lo Stato italiano non c’è più. I palazzi del cosiddetto potere sono una sorta di “corte dei miracoli” dove si decide che lo storpio si appoggi al cieco e il cieco circoli senza cane perché glielo hanno tolto  caricandolo di un’altra tassa che ha azzerato la sua pensione di invalidità.
I cori umanitari in favore dei salvataggi  ai naufraghi africani a spese astronomiche per la missione Mare Nostrum  servivano a promuovere provvedimenti in denaro per il mantenimento e l’inserimento di questi derelitti nel nostro tessuto sociale.
In realtà dietro questa carità pelosa c’era già un progetto a delinquere per mettere le mani sopra questi stanziamenti statali.
Uno dei 37, intercettato, ha dichiarato che “questo affare” rende più della droga con un utile di oltre 43 milioni di euro in un anno.
L’accozzaglia di ferri vecchi inquisita trascende ogni immaginazione.  Ex terroristi neri e rossi, assassini, condannati per reati vari ma sempre pesanti prosperavano in un tessuto statale che dovrebbe essere impermeabile a chi non è di specchiata onestà. Ci meraviglia come ministri, deputati, sindaci potessero gozzovigliare in pranzi “sociali” con simili arnesi. Svetta fra i ceffi dei convitati la faccia da pupone del Ministro del Lavoro Poletti, ex Presidente delle Coop, il quale di scheletri in quegli armadi (delle Coop) ne avrà visti tanti: strano non conoscesse il Buzzi. A  proposito come mai il ministro non ha ancora offerto le sue dimissioni?
Questa cupola non si improvvisa in pochi mesi: viene da lontano e se l’ex sindaco Alemanno ne è stato partecipe, non vanno dimenticati i suoi predecessori tutti di sinistra.
Adesso si capisce perché l’Esselunga di Caprotti non è mai riuscita ad aprire un supermarket da Firenze in giù: sempre ostacolata dalle Coop in grado di fare il bello e il cattivo tempo in tutta l’Italia sinistrosa.
E’ il caso di riconoscere l’azione determinante della Magistratura quando non è inquinata dalla ideologia politica.
A questo punto, caro amico lettore, vediamo quale multiplo avrà il numero 37.
Un calcolo molto triste in questa Italia che non è un Paese per la gente onesta. La quale ormai inorridita da simile marciume non ha altra scelta se non quella di disertare le urne.     
m.alberini@iol.it

lunedì 1 dicembre 2014

VISTO DA LEI - "Nessuna Marine Le Pen all’orizzonte"

Cara Mariella
scrivo il 24 di novembre, la mattina seguente le elezioni regionali in Calabria ed in Emilia Romagna. Renzi esulta, Salvini esulta, gli altri aspettano i numeri ufficiali e noi andiamo a ramengo. In Emilia Romagna che è la regione più rappresentativa di quelle che sono le tendenze nazionali, il numero dei votanti è sceso dal 68% al 37%, poco più della metà. E non si tiene conto delle schede bianche nè di quelle nulle.
Grosso modo si può dire che il 70% degli aventi diritto in un modo o nell'altro ha espresso il proprio dissenso. Un tracollo di questa portata a livello nazionale vorrebbe dire: TUTTI A CASA, Napolitano COMPRESO. Non per loro, non mollerebbero la poltrona nemmeno se andassero a votare solo i parenti stretti.
Stamattina a "Uno mattina" è stato discusso l'intento parlamentare di depenalizzare i reati fiscali fino ad un'evasione di 200000€. Un sedicente esperto diceva: "finalmente sulla strada giusta".....e lo pagano anche per dire queste str….
Del resto da uno Stato che rimette in libertà dopo pochi anni gli assassini seriali cosa  si può pretendere: facessero le cose seriamente, dovrebbero trasferire l'intero arco parlamentare a Regina Coeli. L'Agenzia delle Entrate ha rivisto al ribasso per l'ennesima volta la cifra presunta di evasione fiscale annuale in Italia.
Nel 2012 si parlava di 120 miliardi di euro, nello stesso periodo ricordo 150 miliardi, oggi parlano di 80 miliardi, alcune altre fonti parlano di 250 miliardi. Chi avrà avuto ragione? Ai posteri l'ardua sentenza. E non parliamo dei costi della corruzione, altri 60 miliardi di euro. Vanno sicuramente depenalizzati i reati di coloro che il fisco ha ridotto sul lastrico, di quelli che non possono più pagare ma  tutto si ferma lì.
Gli altri devono finire in carcere almeno per 20 anni, compresi coloro che intestano al vecchio nonno le Ferrari e il panfilo da 30 metri. Altro che depenalizzare, il cittadino deve sapere che se non paga, se evade o elude sono c…. Dopo di che lo Stato deve ridurre queste aliquote capestro e, se continuerà imperterrito a sprecare, sarà necessario riesumare l'ergastolo e vedremo allora chi avrà il coraggio di farlo.
Per adesso godiamoci questo tracollo elettorale. Chissà quali banalità dal Quirinale.
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
se ricorda l’ultimo Visto da lei del 24.11, avevamo previsto l’astensionismo massiccio come Partito di maggioranza. Il grande dissenso elettorale pare non conti nulla. I cosiddetti politici sarebbero capaci di continuare a  massacrare l’Italia anche con percentuali irrisorie di votanti.
Di certo le ultime speranze su Renzi sono cadute. Ha parlato troppo toccando una per una tutte le 47 corde dell’arpa traendone suoni inconcludenti. Poiché le nuove leggi in gestazione si aggiungeranno alle miriadi esistenti accrescendo il sistema di bizantinismo, dal quale neppure i bizantini saprebbero districarsi.
In questa Italia prenatalizia dove regna sovrana una struggente malinconia di chiusura della maggior parte dei luoghi tradizionali: negozi di centenario lustro, ristoranti antichi, pasticcerie e caffè d’antan, nessuno sa più cosa gli riserva il futuro perché proprio Renzi ha spento le residue speranze nella rinascita da lui  strombazzata da tutti i pulpiti televisivi e non.
E’ stato uno dei suoi peggiori errori: come politico fin dalla culla doveva sapere di usare la massima cautela per affermarsi come politico di vaglia.
In Francia tutti sperano in Marine Le Pen dopo i conati sterili di Hollande. Da noi nessuna donna degna di Marine all’orizzonte.
m.alberinii@iol.it    

lunedì 24 novembre 2014

VISTO DA LEI - "Il problema è che il Governo non governa"


Gentile Mariella Alberini,
l’idea di imminenti elezioni mi sembra pazzesca. Cosa significa? Chi potrebbe venire eletto e per far cosa? Continuare a non governare un Paese in cui si ormai non esiste neanche la speranza di un futuro normale. Cosa sperano i signori della politica? Di essere ancora votati? Ma che vadano a…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail
 
Caro amico,
è vero, purtroppo in Italia il Governo non  governa. Nessuno ha idea di cosa deve fare. Il Premier spazia a parole su tutti i problemi, i ministri sono pallide veline senza idee ne’ costrutto. I sindacati continuano ad aizzare odio sociale inconsci dell’auto- boomerang gigantesco. Gli immigrati dilaganti nel Paese incominciano ad accampare pretese di lavoro qualificato, di alloggio gratuito, di luoghi di culto, forti della consapevolezza di svolgere lavori respinti dagli Italiani e quindi determinanti dei loro servizi.
Invece di discutere del sesso degli angeli, il Paese, nel senso di Nazione, si dia una linea retta senza  compromessi e tentennamenti responsabili del marasma attuale.
E’ indispensabile un’etica profonda ispirata alla sovranità del bene comune oggi appaltato da corporazioni, associazioni sovente malavitose, parrocchie di vario genere, matrici di un degrado continuo.
Auguriamoci vengano riesumati e osservati i grandi principi del vivere sociale che da Platone a Toqueville hanno generato gli Stati. Ma alla luce dei fatti è pura utopia sperarlo: l’uomo nuovo non è arrivato. Anche se, in democrazia,  parlarne può sembrare un’eresia però non dimentichiamo che De Gaulle ha salvato la Francia e Adenauer ha fatto risorgere la Germania dell’ovest preludente al grande Germania di oggi.
Al peggior momento italiano, si aggiunge la raffica invadente di leggi e regolamenti emanati da Bruxelles del tutto avulsi alle situazioni contingenti nei vari Stati. Sovente in contrasto con le leggi locali per cui aumenta la precarietà del Diritto. 
Intanto fra poco, e senza nuova legge elettorale, andremo alle elezioni politiche utilizzando il vecchio deprecabile sistema: rivalutato dalla corte Costituzionale.   
Nessun italiano avrà la minima idea per chi votare e l’assenteismo salirà alle stelle e diventerà il Partito di maggioranza.

lunedì 17 novembre 2014

VISTO DA LEI - "Crisi italiana al peggio"


Cara Mariella Alberini,
Renzi ha dato prova di debolezza in grande contrasto con i tracotanti annunci di riforme a tamburo battente. Per ora la crisi continua al peggio e come italiano non so più cosa sperare. Se neppure lui vuol porre rimedio alla caduta libera dell’Italia, cosa possiamo fare noi popolo se non andare sulle barricate?... 
Lettera firmata, ricevuta via e-mail 

Caro amico,
ad un certo punto ci si arriverà di sicuro e forse anche a qualcosa di peggio.
La crisi economica morde l’Italia mentre migliora nel resto dell’Europa. Perché? Semplice: gli altri Stati vengono governati con il cervello invece dei piedi. Scontri e tafferugli con feriti e contusi sono anche la dimostrazione dell’animo esasperato degli Italiani che vedono scemare qualunque speranza di ripresa del Lavoro.
Il malessere sociale esplode nelle principali città e Renzi fa la faccia feroce ma cede alla minoranza del PD su argomenti quali l’articolo 18 e il reintegro del lavoratore licenziato per motivi disciplinari
In realtà nulla è cambiato e si continua a invocare il lavoro precludendo ogni iniziativa imprenditoriale.
La spending review è diventata una barzelletta e Cottarelli se ne è andato poichè  rimasto inascoltato.
I sindacati sobillano le piazze come se, scioperando, si creasse e non si distruggesse lavoro, ma  la Camusso questo fa finta di non capirlo.
Ormai il popolo si è convinto che Renzi abbia esagerato le sue promesse ed è incapace di renderle attuabili. E adesso aspettiamo di vedere come reagirà davanti all’opposizione delle piazze e allo sfacelo che affermava di poter arrestare. I suoi metodi di cura sono rimasti all’effetto placebo.
Tutti continuano a dire che questo governo va fino al 2018: ne dubitiamo anche se andare alle urne non risolverebbe alcunchè. Anzi ci porterebbe a far concorrenza alla Grecia.
In queste condizioni  continuano i talk show politici in TV con ospiti incapaci di tenere un contegno civile. Ci propinano, oltre alla montagna di sciocchezze prive di reali proposte positive, uno spettacolo di ridicola litigiosità artefatta urlando in contemporanea con l’ospite avversario di Partito in modo che i telespettatori, ormai pochi, non capiscono nulla e spengono il televisore.
Possibile che i conduttori di questi spettacoli poco edificanti non li catechizzino prima di incominciare simili dibattiti? O meglio smettano di invitare persone di alcuna capacità dialettica o anche spessore politico? Possibile che i Grand Commis di RAI e Mediaset non mettano argine a tali trasmissioni ormai obsolete e prive di significato?
E’ anche questo un altro segnale della paurosa decadenza del nostro Paese.     
m.alberini@iol.it 

lunedì 10 novembre 2014

VISTO DA LEI - "L’Opera ostaggio dei sindacati"


Cara Mariella Alberini,
ci manca solo che i sindacati irrompano addirittura nella Chiesa come hanno fatto nei teatri lirici. Non è concepibile abbiano intaccato l’armonia, l’estetica e persino il grande valore  culturale che formava l’atmosfera incomparabile dei templi dell’arte…
Lettera ricevuta via e-mail

Gentile lettore,
fino a quando c’è Papa Francesco nella Chiesa no. Ma ci  risiamo. Dopo il pasticciaccio dell’Opera di Roma, ora tocca a La Scala  dove rischia di saltare l’ultimo Simon Boccanegra per uno sciopero di due giorni di stop proclamato dalla CGL. E’ dai tempi del 68, nei quali la contestazione si scatenò con le uova marce contro i cincillà e gli zibellini delle dame in gara di sfarzo che, oltre ad illuminare il foyer più famoso del mondo, echeggiavano tempi eleganti mai più rivisti.  Sfarzo si, ma produttivo  di  lavoro per le migliaia di sarte all’interno degli atelier e  per tutto l’artigianato che aveva surclassato anche Parigi. Quella data segnò l’ingresso del sindacato nel Tempio, il quale pretese di mettere  allo stesso livello il direttore d’orchestra con qualsiasi elemento del coro: definendoli entrambi “lavoratori".
Intanto alcuni leader sindacali si dichiaravano melomani e non si è mai capito se per genuina passione musicale o perché gli piacevano le mele. Ciò non impediva loro di presentarsi alle prime gratis e in smoking.
L’ingresso dei sindacati in quel mondo ha appiattito l’atmosfera storica e romantica di questi teatri dove ancor oggi non esiste più il rispetto dovuto al miracolo della grande musica e del grande teatro lirico. Invasione di jeans e maglioni casual trasandati per non dire maleodoranti. Per fortuna il loggione, ritrovo dei veri amanti della musica colta, esiste e ne determina l’applauso dal giudizio inappellabile.
La morsa della crisi in aumento mette in risalto l’abbassarsi del livello scenografico e dei costumi, coreografia indispensabile ad opere dei secoli andati presentando Don Giovanni in tenuta  da metallaro e Grimilde in gonna e pullover.
Un retaggio instaurato da sovrintendenti “nonsisaperchè” stranieri, importati per snobismo politico, ma soprattutto ignorante.           
E’ anche questo un segno della decadenza europea in atto, favorita dalla malapolitica e dalla peggiocrazia di Bruxelles, alle quali si deve porre immediato rimedio prima che affondino le radici in profondità  come è accaduto nel fu Bel Paese.
m.alberini@iol.it

lunedì 3 novembre 2014

VISTO DA LEI - “Una dittatura strisciante”

Cara Mariella Alberini,
gli atteggiamenti del giovane Renzi stanno diventando sempre più aggressivi per non dire dittatoriali. Ciò non disturberebbe se all’enfasi oratoria facessero seguito risultati positivi e una ripresa dell’Italia che invece oltre  perdere il suo ingegno imprenditoriale, sta chiudendo tutti  gli esercizi d’antan e ha messo in vendita se stessa a basso prezzo.
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Gentile amico,
esiste una sensazione abbastanza diffusa che una trasformazione  sostanziale potrebbe verificarsi in tempi nemmeno tanto lunghi.
Il Partito può chiamarsi Pci, Pds o PD, ma  sempre di ideologia comunista si tratta. E i comunisti per definizione nel loro Dna hanno la dittatura.
La dittatura ha retto l’Urss con tutti i Paesi satelliti per finire come tutti sappiamo.
Gli atteggiamenti di Matteo Renzi e dei suoi collaboratori ci fanno pensare a questa tendenza.
Da quando si è spento il Pci con le sue ferree regole, le azioni di questo Partito sono in dissolvenza continua e per questo temiamo  che Renzi e Napolitano vedano la necessità di ripristinarle non solo nel Partito, ma nel Paese.
Cosa altro pensare se questo è il terzo Governo imposto e non eletto con la nostra misera situazione in continuo peggioramento?
Non è impossibile che la strenua opposizione della minoranza in seno al suo Partito abbia costretto Renzi a prendere atteggiamenti da Leader messianico a volte sconfinanti in una certa tracotanza.  Ci potrebbe ricordare  il Bettino degli anni ottanta o il Benito precedente: sempre per B comincia il nome.
Battute a parte, sconsigliamo Renzi Matteo a ergersi  a “nuovo unto del Signore”: meglio stemperare quella giovanile foga, la quale in troppe tornate mediatiche ce lo mostra di prorompente  protagonismo persino accanto ai vari Merkel,  Cameron, Barroso e buon ultimo Hollande.
E proprio questo fa pensare ad una dittatura strisciante quale ultimo traguardo della sua politica. Del resto l’Italia ha funzionato al meglio quando gli ordini imposti erano chiari e indiscutibili. Ma ciò andrebbe fatto con toni più soft tanto per non allarmare i finti democratici.
Il popolo incomincia ad averne pieni i cabbasisi di un Renzi sempre agitatissimo ma di scarsi risultati. Lo vorrebbe meno mattatore sulla scena, ma con  sostanziose realizzazioni  di quelle promesse strombazzate da molti mesi.
Forse ci sbagliamo, ma oggi gli italiani un governo forte capace di sistemare questa Italietta scassata non lo rifiuterebbero. 
m.alberini@iol.it   

lunedì 27 ottobre 2014

VISTO DA LEI - "Alcune domande a Renzi Matteo"

Caro Premier,
noi cittadini comuni ci chiediamo quando le sue promesse conclamate sui Media italiani ed esteri incominceranno a entrare in vigore e non rimarranno come ora sulla carta.
Perché il dimezzamento dei permessi agli addetti sindacali non è attuabile da subito?
Perché non si deve sapere se, con la soppressione delle Province, coloro i quali andranno in pensione non verranno sostituiti come logico?   
Perché non si può sapere se le Regioni (che aumentano, non si sa perché di continuo, gli organici) attingeranno al personale delle Province? Lo stesso vale per i Comuni e per tutti i vari Enti statali a  cominciare dall’Inps.
Ci saranno di certo un mucchio di impedimenti burocratici, ma perché in questo caso non fare un decreto che azzerare tutto e si riparte ex novo?
Perché si continua a parlare della miriade di Enti inutili che si incrementano tutti i giorni e la Spending Review ne salva quasi l’80 per cento?
A noi cittadini sorge di continuo il dubbio che lei stia creando un fumo"europeo" dove qualche penna se l’è già bruciata. E il caso della disputa con Barroso dove quello 0,5 richiesto dall’Europa  non si è tramutato in 0,2, ma in 0,3 più vicino alla richiesta. Questa non è stata una vittoria.
La continua diatriba con l’Europa non è un possibile alibi per addossare i non risultati ai veti Europei?
L’Italia è un magma di pasticci però noi cittadini non vediamo nella sua opera, almeno per il momento, tangibile semplificazione e soluzioni anche se apprezziamo il suo turbinoso e faticoso stakanovismo sulla scena politica: per fortuna ha la forza della gioventù.
Che cosa ne pensa di questa Italia dove l’ingiustizia delle condanne di primo grado diventa giustizia nell’assoluzione di ultimo grado (vedi Dolce e Gabbana, Gamberale, Berlusconi ecc.)? Dove le equipe chirurgiche continuano  a operare i cadaveri dopo averne provocato il decesso?
E come giudica la nostra Peggiokrazia stratificata in un secolo e mezzo che impallidisce in confronto con quella della UE, una giovincella di appena cinquant’anni?
A proposito che fine ha fatto la legge elettorale?
Un vecchio proverbio contadino pavese dice così: “il tempo e i signori fanno quello che vogliono”.
I nostri “signori” oggi sono i grandi burocrati.

lunedì 20 ottobre 2014

VISTO DA LEI - “E' tempo di rimboccarsi le maniche”

Cara Mariella Alberini,
la nuova legge Finanziaria, chiamata di Stabilità, sembra finalmente un passo avanti per frenare la caduta libera dell'Italia verso l'abisso.  Renzi oltre a metterci la faccia, va avanti come uno schiacciasassi. Che sia lui il Davide tanto sognato  agli Italiani per ridimensionare lo strapotere del Gigante burocrazia?...
Lettera firmata, inviata via e-mail
 
Caro lettore,
dobbiamo prendere atto che i provvedimenti proposti dal Governo vadano verso la direzione auspicata e i pianti disperati dei “Governatori” delle Regioni risultano poco o nulla “patriottici” poiché non vogliono rinunciare a quel misero 2% che dovrebbe essere il 10% a limitazione dei loro sperperi faraonici.
Gli intellettuali italiani come Mazzini ed altri che lottarono per l'idea di unire l'Italia divisa in 19 Staterelli avrebbero di che inorridire vedendo oggi l'Italia divisa in 20 Regioni ognuna delle quali si comporta come uno Stato nello Stato. Ci vengano a spiegare codesti Governatori a cosa servono le sedi diplomatiche regionali ormai  già aperte in giro per il mondo, come hanno fatto i sindacati con le loro rappresentanze estere  a carissimo costo. O le sezioni cinematografiche come quella della Regione Calabria a Roma-Cinecittà. Ma non basta: sono diventati immani stipendifici tipo la Regione Sicilia la quale, in situazione fallimentare, ha assunto diverse migliaia di dipendenti non si capisce a far che cosa.
In tal modo, il lavoro imprenditoriale continuerà a scomparire perché i più tenderanno  ad entrare nei carrozzoni governativi dove il posto è assicurato e il licenziamento impossibile.   
Quando in Italia esisteva una potente industria di Stato che affiancava quella privata si era generato il famoso boom economico. Venne smantellata negli anni Novanta con la motivazione che aveva fatto il suo tempo. Ma in realtà perché decotta a causa della pessima gestione, delle ruberie, delle garanzie sindacali. Fu svenduta a spizzichi e bocconi a industriali privati, ai quali vennero poi addossate tutte  le colpe  pregresse di cattivo funzionamento: vedi le Acciaierie di Taranto diventate Ilva.
In realtà questi primi provvedimenti di Renzi ci appaiono all'acqua di rose. Si dovranno piangere lacrime di sangue per raddrizzare la crisi economica in costante degenerazione.
Dalle Alpi all'Etna, i milioni di ore finora pagati dalla Cassa di Integrazione hanno  aiutato i lavoratori a sopravvivere, ma non hanno rigenerato alcuna azienda.
Basta: è tempo di rimboccarsi le maniche. 
m.alberini@iol.it

lunedì 13 ottobre 2014

VISTO DA LEI - "Ebola, Isis e colate di fango"


Cara Mariella Alberini,
stiamo vivendo l'ennesimo incubo planetario: l'ondata di Ebola che sta avanzando verso l'Europa senza  misure sufficienti per arginare questa nuova peste del ventunesimo secolo. Monitorare aeroporti e sbarchi appare impresa assai ardua e comunque non esistono per il momento cure o vaccini.
L'Isis avanza incontrastato dai droni e ne fanno le spese i poveri curdi di confine. I nuovi estremisti del terrore minacciano le capitali europee e gli Stati Uniti.
Per coronare il tutto, nubifragi e smottamenti massacrano la Liguria senza nessun argine da parte delle Autorità preposte. Il quadro appare più che desolante...
Lettera firmata, inviata via e-mail

Caro amico,
da tempo, la situazione di emergenza  a Genova e in tutto “l'arcobaleno ligure” è frutto da una parte delle mutate condizioni climatiche e all'altra dell'incuria delle Amministrazioni locali.
Nessuna opera di contenimento o manutenzione è stata fatta per quei torrenti che si rivelano micidiali da decenni. Il fragile territorio ligure è stato massacrato da costruzioni abusive e non, erette addirittura fino ai limiti dei torrenti.
La Amministrazioni  locali che hanno ricevuto dallo Stato i fondi necessari per le opere in questione dicono di essere impastoiate dalla burocrazia, ma, è probabile ci sia dietro come sempre una spartizione di tangenti.
Quando c'è l'emergenza le soluzioni si trovano. Negli anni Cinquanta, la Cassa del Mezzogiorno per attuare le opere idriche che avrebbero portato l'acqua in territori assetati, ignorò, d'accordo con il Governo di allora, la legge sismica vigente in quei territori sin dai tempi del terremoto di Messina. Perché tale miracolo non si ripete  in questi casi drammatici? Bisogna ricordare che i danni  causati da queste frane e alluvioni sono di gran lunga superiori in termini monetari al costo delle opere necessarie.
Riguardo l'avanzata dell'Isis in Siria con l'occupazione di città e villaggi prefigura genocidi simili a quelli avvenuti nella ex Iugoslavia, tipo Srebrenica.
Gli Stati Uniti, ormai eretti a guardiani del mondo, pensano di debellare l'Isis con la strategia dei Droni, già rivelatasi inefficace tanto da sollecitare il Governo turco ad intervenire con truppe di terra. Ma Erdogan non ci sta a farsi trascinare in una guerra  senza contropartite e le sue truppe stanno a guardare dai loro carri armati il massacro dei curdi.
Impossibile difendersi dall'Ebola: nessun Governo è in grado di opporre valide misure per tutelare l'Occidente dall'epidemia: la prova della temperatura ai passeggeri in arrivo è l’unico, fragile tentativo difensivo. Siamo davanti all'ennesima pestilenza che a scadenze epocali flagella il genere umano.
Oggi abbiamo gli “untori” autorizzati: gli africani degli sbarchi. Ai quali non si oppone nessuna prevenzione.
 m.alberini@iol.it

lunedì 6 ottobre 2014

VISTO DA LEI - "Politici macerati e calzolai d’élite"


Cara Mariella,
perché Della Valle, tanto amico di Renzi fino a  pochi mesi fa, ora lo copre d’infamia?
E D’Alema guida la fronda contro ogni sua iniziativa con lo sterile sarcasmo che, da sempre, lo contraddistingue? Da quattro anni si blatera di utilizzare il cosiddetto “grasso che cola” dalle disorganizzazioni statali, ma finora soltanto i pensionati hanno pagato il fio delle loro benefatte…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Gentile amico, 
siamo arrivati all’apice del ridicolo. Ex amici ed ex compagni  di ieri guidano la fronda a Renzi con in testa un antico personaggio della nomenclatura comunista abituato a fare politica secondo i rigidi schemi vetero sovietici. Ma non può competere con la disinvolta fantasia e la versatile tattica politica che l’attuale Premier dimostra. Inoltre Renzi rifugge da quello schema tragico racchiuso nell’espressione “sediamoci intorno a un tavolo”. Tattica deleteria perché “intorno al tavolo” si cerca di accontentare tutti.
La cosiddetta concertazione, magnifica come strumento di democrazia, si è rivelata la parrocchia degli interessi di parte.
Nuove figure affatto esaltanti sono in procinto di affacciarsi  nell’agone politico.
L’espressione linguistica politica è in procinto di involversi tramite il linguaggio calzaturiero. Non si parlerà più con termini tecnico economici in stile yankee, ma si parlerà di “sole”: tutti si faranno come sempre “le scarpe”, ma ora firmate e a caro prezzo. Quindi in Transatlantico si vedranno aumentare pesti e contusi in un miserevole  scenario di sotto-corti medioevali.
Non conosciamo la nuovissima ideologia politica che il signor Diego Della Valle propone al popolo italiano forse in associazione con il Marchese Luca Ferrero di Montezemolo: come è avvenuto per l’impresa ferroviaria di Italo che non ha dato finora risultati economici esaltanti. Vedremo cosa succederà fra l’élite delle scarpe e quella dei motori.
La situazione sempre in stallo è ancora più melmosa. Speriamo tutti nella forza giovanile del Premier massacrata dai suoi compagni di Partito e dalla immarcescibile macchina burocratica. Continuano i privilegi ai privilegiati: la piovra, come sempre, succhia  le residue risorse del Paese e non esiste  speranza che le  acque del Mar Rosso si possano aprire. E’ questione di certezza non di pessimismo.
m.alberini@iol.it   

lunedì 29 settembre 2014

VISTO DA LEI - "Quel gran pasticcio delle Regioni"

Se in una famiglia numerosa, alcuni elementi si dannassero per mandare avanti la baracca, mentre altri vivessero da parassiti sulle fatiche dei primi, che succederebbe? Qualcuno se ne andrebbe sbattendo la porta al grido di: "adesso vi arrangiate da soli." Qualcuno avrebbe qualcosa da ridire sull'eticità di un simile quadretto? Credo proprio di no. E allora, perché quello che sarebbe legittimo in questo contesto,  non dovrebbe esserlo su larga scala?
Perché in alcuni casi, leggi Ucraina e similari, tutto il mondo si schiera per il diritto all'autodeterminazione, mentre in altri casi si fa l'esatto opposto (leggi Scozia).
Nessuno si è scatenato al tempo dello smembramento della vecchia Unione sovietica così come per la vecchia Jugoslavia, ma se lo facesse la Lombardia si scatenerebbe il putiferio. Perché? Perché non si risolve, ad esempio, il problema della sovra-popolazione negli uffici regionali siciliani, 17995 dipendenti, cinque volte quelli della Lombardia, con un dirigente ogni sei impiegati?
Avete presente cosa produrrebbe un'azienda privata con 18000 dipendenti?
Avete invece presente cosa producono i famosi 17995? Nulla !!! Anzi tutta una serie di danni devastanti. Lo stesso ragionamento vale per almeno metà delle regioni di questo vergognoso paese, dove si parla incessantemente producendo discorsi complicatissimi che si rivelano sempre e solo grandi scatole vuote.
Non sarebbe legittimo andarsene sbattendo la porta? E per me sono già un'enormità gli addetti in Lombardia. Invece che facciamo? Stiamo cambiando la stufa per le fumate bianche o nere, risultato di liti furibonde per eleggere due personaggi che non serviranno assolutamente a niente.
Un consiglio agli imprenditori: è il momento di investire nella produzione di cassonetti per la spazzatura, in Ucraina lo stanno già facendo…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
la iattura peggiore dell’Italia è stata la nascita delle Regioni, alle quali sono stati concessi poteri distorti quali assumere legioni di raccomandati protetti come è avvenuto in Sicilia e in altre regioni. I protetti sono assurti a livelli di potere economico ingiustificato in quanto percepiscono emolumenti scandalosi per produrre, come lei dice, il nulla.
Non è solo la Sicilia. Zone “virtuose” come Trentino e Alto Adige hanno di recente stabilito premi ingiustificati per tutta la pletora dei componenti del consiglio Regionale.
La classe politica affluita nelle Regioni è la peggiore che l’Italia abbia mai visto e ce ne vuole… Tutti i trombati dei Partiti, i maneggioni a livello infimo, gli insegnanti falliti, gli addetti alla ricerca di clientela sono là dentro con il risultato sotto gli occhi del popolo.
Ci viene il dubbio, molto giustificato, che le Province non fossero il male del nostro Paese. Hanno rappresentato per più di un secolo e mezzo l’ossatura burocratica amministrativa del nostro Paese con risultati più positivi che negativi.
Quello che i Padri della Costituzione avevano preconizzato come un balzo di qualità sopprimendo le Province e creando le Regioni si è rivelato un buco nell’acqua. E oggi le une e le altre ci stanno sul collo. Ci incuriosisce pensare cosa accadrà del nuovo Senato che accoglierà e eleverà a un alto rango politico l’accozzaglia di sotto-politici.
m.alberini@iol.it

lunedì 22 settembre 2014

VISTO DA LEI - "L’abbietta arma del sequestro"

Cara Mariella Alberini,
pare si stia trattando il riscatto delle “cosidette impegnate” fanciulle catturate in Siria causa la loro sventata avventura mediorientale. Nessun italiano è d’accordo per il pagamento di questi ricatti provocati dall’imprudenza delle giovani in questione. Se l’Italia smettesse di pagare finirebbe  anche la richiesta dei riscatti…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
l’arma del sequestro con conseguente richiesta del riscatto affonda nella notte dei tempi. E’ un’arma vigliacca che priva della libertà personale e comporta torture fisiche e mentali. Il bipede umano ne ha sovente abusato nella Storia. Tanto per richiamarci ai secoli passati ritroviamo la Battaglia di Lepanto in cui il bottino maggiore per la cristianità furono i prigionieri di prestigio per i quali venne stabilita una graduatoria dei riscatti.
E’ recente la piaga dei sequestri attuata nel nostro Paese negli anni Settanta quando l’agguerrita n’drangheta usava questo odioso sistema per finanziare l’acquisto dei mezzi necessari a concorrere per gli appalti delle opere statali. Ma l’attuale sistema di ricatto perpetrato in Medio Oriente nei riguardi di “operatori di pace” presenta l’inconsueto profilo di un riscatto chiesto agli Stati di provenienza di questi ingenui operatori che si tramuta in strumento di acquisto di armi per sostenere terrorismo e  guerra.
Non è raro il caso di qualche nazione che ha pagato il riscatto con armi.
In realtà i sequestri sono mirati su cittadini di nazioni di confermata fama nei pagamenti. Adesso i prigionieri italiani notificati  tramite la stampa sono cinque che verranno sostituiti una volta riscattati dai prossimi cinque.
Le due imprudenti fanciulle partite di loro iniziativa avrebbero come minimo dovuto preoccuparsi delle loro precedenti emule  e non mettere a repentaglio la loro vita e quella di mediatori del Ministero dell’Interno come avvenne per il caso Calipari – Sgrena. Ragazze, a dir poco sprovvedute, alla ricerca di emozioni pericolose e di incontri emozionanti tra dune e palmeti. 
Queste “missioni di pace” ormai istituzionalizzate, hanno dimostrato di essere un’arma a doppio taglio di cui il lato peggiore supera le buone intenzioni iniziali. Provocano gravissimo scompiglio in Parlamento, ove ogni occasione è buona per tafferugli da taverna con urla e scontri fisici fra disonorevoli parlamentari.
Questi spettacoli, indegni della gente civile sempre più soventi e non privi di contusi,  
potrebbero peggiorare quando al Senato ci sarà quella classe politica proveniente da Regioni e Comuni, ancora più “folcloristica”.
La situazione mondiale è a dir poco esplosiva: crisi economica e guerriglia dovunque.
Se tutti i governi cessassero di pagare riscatti, i rapimenti non avrebbero più ragione di esistere.
m.alberini@iol.it

lunedì 15 settembre 2014

VISTO DA LEI - "Storie vere sull’Italia contemporanea"

 Cara Mariella Alberini,

le racconto una storia vera. Una quindicina di anni fa, abitavo in un paesino di 5000 anime, dell'alto milanese. In quei tempi avevamo in domicilio coatto, una famiglia campana a cui, voci di popolo, era stato attribuito anche qualche omicidio. Questi personaggi dimostrarono immediatamente una totale mancanza di rispetto nei confronti di leggi ed istituzioni. Il loro cortile si affacciava su un strada a senso unico che percorrevano, senza problemi, nelle due direzioni, parcheggiavano normalmente in divieto di sosta e avevano dato vita ad un fiorente commercio di non si sa che, caratterizzato comunque da un continuo andirivieni, anche notturno, di piccoli e anonimi camioncini. Un giorno un agente della polizia locale, trovò il coraggio di contestar loro la violazione di un divieto d'accesso. Semplicemente e senza preoccuparsi di nulla, scesero dalla vettura, pestarono il malcapitato agente fratturandogli una gamba e se ne andarono tranquillamente, come dopo aver preso un caffè. Le sorprese però non sono finite perchè l'agente, appena fu possibile, si recò presso il più vicino comando dei carabinieri, raccontando l'accaduto e uditeudite cosa rispose il maresciallo di turno: "ascolti caro agente, vuole un consiglio da amico?...lasci perdere !!!". Lo Stato non esiste e non credo serva aggiungere altro.

Parimenti, il caso del ragazzo di Napoli ucciso da un carabiniere 22enne. Motorino con tre persone, senza casco, un latitante a bordo, che non si ferma all'alt della pattuglia dei carabinieri. Nasce un piccolo inseguimento, sembra che la gazzella speroni il motorino, caduta inevitabile e nel trambusto un colpo sciagurato uccide il ragazzo 17enne. Cordoglio sacrosanto e tutta la solidarietà alla famiglia, ma nessuno che si preoccupi di discutere l'accaduto partendo da una schietta analisi di una situazione da Far West che è caratteristica di quelle zone. Ci sono quartieri da cui si tengono alla larga anche le forze dell'ordine, persone che rischiano la pelle per un tozzo di pane senza avere nemmeno la possibilità di fare il pieno alle macchine di servizio. E poi si presenta in tv il politico di turno, quanto mai imbecille che recitapressapoco così: "raccogliamo la protesta ma condanniamo lo sciopero, non è così che si fa". E allora, politico dei miei stivali, forse anche ministro, ci dica lei come si fa, abbia intanto il coraggio di rinunciare alla scorta, chi vuole che se la fili, vista l'assoluta mancanza di nuovi provvedimenti anti kaste. Cominci a perseguire i 180miliardi di €/anno di evasione fiscale e i 60 miliardi di €/anno dovuti alla corruzione. Sa con la vostra "lotta senza quartiere agli evasori" cosa avete accertato? Il 2% dell'evasione reale e, ancora peggio, di questo 2%, solo il 10% è praticamente esigibile, cioè NULLA. Di chi ha paura? Dell'esodato, del disoccupato, del padre che ha avuta la figlia uccisa a picconate dall'extracomunitario di turno, dai futuri ammalati di ebola che ci lasceranno la pelle in nome di una finta solidarietà che serve solo al business delle varie attività criminose? Che nazione di ipocriti, credo che in questa specialità non ci batta nessuno.

Lettera firmata, ricevuta via e-mail              


Caro lettore,

la sua Storia vera è quella dell’Italia di oggi. Dove tutto è lecito tranne l’osservanza delle regole.

Il tassista massacrato a Milano per aver avuto la disgrazia  di investire senza vederlo un cagnolino fa il paio con il passante ucciso in una sparatoria nei vicoli napoletani. E con la non osservanza dell’alt dei Carabinieri del motorino sul quale si trovava tre ragazzi senza casco, dei quali uno ricercato per latitanza. Regole quasi sempre inosservate nel Sud dove il guidare senza patente, l’avere il contrassegno assicurativo falso, le gomme lisce, l’inosservanza degli stop e delle precedenze è prassi normale. Quindi le forze dell’ordine, ad ogni intimazione di fermo, rischiano di vedersi puntare contro un’arma per euro 1.200 al mese.

Le isole proibite alle forze dell’ordine in Italia si estendono a macchia d’olio. Ad esempio, provare ad irrompere nel porto di Gioia Tauro, considerata la piazza più vasta di sbarco e smistamento di droga nel Mediterraneo, è un rischio da non affrontare se non con mezzi blindati ecc.

Al Sud il controllo capillare del territorio della malavita organizzata è noto a tutti autorità incluse.  

Le tariffe assicurative delle auto nel sud sono lievitate a dismisura per l’enorme numero di truffe ordite ai danni delle compagnie assicurative, ma ben pochi le pagano.

Se parliamo di rifiuti urbani, le responsabilità vanno divise tra amministratori inefficienti e cittadini privi di qualunqudisciplina e senso civico. Non esiste ragione per la quale al Nord funzioni la raccolta differenziata e al Sud non funzioni. Comunque a spese di “pantalone”, i rifiuti vanno in Germania per essere smaltiti a caro prezzo.

Per non parlare dei depuratori sempre guasti che scaricano tutti i liquami e non nell’azzurro Mare Nostrum impedendo la balneazione e massacrando il turismo.

Le nostre 5 forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Guardia Costiera) sono ritenute eccessive dal governo e hanno pensato di ridurne gli stipendi da fame, ma non adeguate a dominare la criminalità anche per il lassismo imposto dalla politica. Infatti il Governo romeno si vanta di non avere più delinquenza dato che l’ha esportata in massa in Italia.

m.alberini@iol.it